Abbassare l’ISEE si può: il metodo più amato dagli italiani, attenzione non è esente da rischi

ISEE più basso con un sistema apparente semplice e sicuro, ma che in realtà presenta rischi da non sottovalutare.

L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è un parametro utilizzato in Italia per valutare la situazione economica di un nucleo familiare e per accedere a diverse prestazioni sociali, come bonus, esenzioni e tariffe agevolate per utenze domestiche.

ISEE, il sistema per ridurlo – 24log.it

Esistono metodi legali per abbassare l’ISEE, come ad esempio: richiedere la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) precompilata, per ottenere in ISEE corrente utile in caso di variazioni anagrafiche della famiglia o di riduzioni dei redditi da lavoro. Oppure cointestare i conti correnti con una persona esterna al nucleo familiare. Altro sistema è modificare lo stato di famiglia del nucleo familiare, con l’uscita di componenti con redditi elevati.

Abbassare ISEE, un sistema non esente da rischi

Un metodo utilizzato da alcuni per abbassare artificiosamente l’ISEE è quello di utilizzare assegni circolari non trasferibili. In pratica, si emette un assegno circolare a favore di un’altra persona, ad esempio un familiare non parte della famiglia o una persona di fiducia compiacente. La somma non viene però incassata sul conto corrente del beneficiario.

ISEE basso, giacenza media bancaria ridotta
Assegni circolari per ridurre ISEE – 24log.it

L’assegno circolare resta invece in custodia riservata dalla persona che lo ha emesso. Questa emissione di assegni circolari non trasferibili determina così un abbassamento della giacenza media bancaria, elemento importante per l’ISEE. In questo modo infatti, il saldo del conto corrente diminuisce temporaneamente, determinando un abbassamento dell’ISEE.

Nei 3 anni successivi all’emissione si possono richiedere i contanti, si possono revocare gli assegni facendosi riaccreditare i contanti nel conto, oppure farsi rinnovare l’assegno circolare e custodirlo per altri 3 anni. In questo modo il titolo non sarà mai incassato realmente, ma semplicemente resterà in custodia da chi lo ha emesso. E l’ISEE si abbasserà comunque.

La giacenza media del conto corrente incide sul calcolo dell’ISEE per il 20 per cento. Insomma emettere assegni circolari senza che vengano incassati sembra un metodo efficace per ridurre l’ISEE. Tuttavia i rischi che si corrono non sono pochi. Innanzitutto un’indagine finanziaria e fiscale può scoprire che tutta l’operazione non aveva una reale giustificazione e che l’unico scopo di truffare lo Stato.

Reato che si configura se si ottengono con ISEE più basso dei benefici cui non si avrebbe diritto. L’Agenzia delle Entrate, tramite l’Anagrafe dei rapporti bancari, dispone dei dati di tutti i contribuenti. Esiste dunque il pericolo che il Fisco faccia delle indagini sugli assegni circolari emessi e mai incassati.

Le banche registrano tutti i dati dei movimenti e quindi anche il nome del beneficiario dell’assegno non incassato. Infine al momento del ritorno dei contanti in banca, dopo la revoca degli assegni circolari, l’Agenzia delle Entrate chiederà spiegazioni per l’entrata finanziaria che implica la presunzione di un reddito imponibile.

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